LA FESTA
Ero rimasto solo in casa, mentre le ragazze erano scappate a prepararsi. Indossai il gonnellino, e sopra tutto un largo impermeabile chiaro stile maniaco-esibizionista.
Balzai in macchina, sentendo che in tutti gli appartamenti c'era un tale fermento da consigliarmi di filarmela in silenzio.
Come giunsi a casa di mio fratello, la prima cosa che mi colpì fu il cancello spalancato. L'aura di privacy che aveva sempre circondato la villa era definitivamente infranta.
Attorno alla fontana che sibilava davanti all'ingresso, erano state posizionate delle torce che sarebbero state accese al calare del sole.
C'erano alcune persone che non avevo ma visto, che entravano ed uscivano dalla villa, portando cartoni di stoviglie. Sul retro della casa erano parcheggiati alcuni furgoni. Serena aveva fatto le cose in grande!
Entrai sospettoso. Se Renato avesse visto tutto questo...
La casa era trasformata. Era piena di colori, con drappi colorati sui divani, tanti cuscini di varie dimensioni in terra, finte colonnine appoggiate dovunque per sostenere bicchieri e piatti, all'occorrenza.
In bagno, la grande vasca idromassaggio era stata addobbata con fiori profumatissimi che ne percorrevano il bordo, ed altri -finti - che galleggiavano in poca acqua tiepida.
Lungo le pareti erano stati addossati dei tavoli ricoperti da tovaglie a grandi fiori.
Osai salire le scale per dare un'occhiata al reparto notte.
La sorpresa mi lasciò senza fiato. Non c'era neppure un letto. Il pavimento era diventato un unico materasso, basso e morbido, sul quale erano stati appoggiati enormi foulard e lenzuola variopinte.
Un boato mi richiamò al piano terreno dove un tecnico stava facendo gli ultimi preparativi per la musica. Nascosti negli angoli, c'erano alcuni piccoli altoparlanti che consentivano di diffondere la musica in modo uniforme.
Sei di casa?- mi chiese uno di quei ragazzi indaffaratissimi.
Si.. ero di casa! Ora non so più neppure dove sono ! -
Non preoccuparti. Alla fine della festa tutto tornerà come prima. Esattamente come prima. Sai, Siamo abituati a smontare le case ed a rimontarle senza che ai proprietari possa sorgere il dubbio che abbiamo usato le loro case....-
Vuoi dire che vi succede spesso di organizzare feste in casa di gente che neppure lo sospetta? -
E come pensi che potremmo fare, per invitare tutta questa gente in un monolocale? Usiamo le case di gente che ce le impresta.. o per lo meno, di persone che ci imprestano le chiavi!-
Riuscite davvero a rimettere tutto in ordine? Io rischio la fucilazione alla schiena!- mi lamentai
Guarda e rassicurati. Non c'è niente da temere!- e mi mostrò una decina di polaroid della casa prima del maquillage.
Organizzatissimi! Ma ... che lavoro fate, nella vita?-
Pensi che potremmo fare altro che questo? Qui lo facciamo per divertirci, ma di solito ci pagano profumatamente per queste sceneggiature!-
Sentii che alcune macchine salivano per il viale ghiaioso. Mi affacciai, e vidi le ragazze che stavano parcheggiando.
Meglio parcheggiare tutte le macchine sul retro. Non ce ne stanno molte, ma finché si può...- suggerì un tipo che stava transitando con un largo cesto in mano.
Serena indossava un mantello che copriva il suo vestito. Si vedeva solo uno sbuffo di velo rosa e azzurro che arrivava fino a terra.
Micky era una guerriera , con due splendide trecce ed una fascia che le circondava la fronte. Dal soprabito schiuso, potevo vedere un gonnellino di pelle. Aveva calzature alla schiava, con lunghi lacci che salivano per i polpacci e si annodavano sotto il ginocchio.
Ginevra uscì dalla macchina con fatica. Ma nel suo lungo abito bianco da vestale sembrava essere balzata fuori dal tempo remoto. Una coroncina di fiori intrecciati sui capelli biondi, le davano un'espressione di innocenza e soavità. L'apparenza....!
Il furgone del negozio portava Paola e gli altri, ma non feci a tempo a guardarli scendere perché mi invitarono perentoriamente a dare una mano a portare tutto il contenuto del vano posteriore in cucina.
"Tra poco arrivano gli invitati!" gridò Serena a tutti noi sparsi tra giardino e le stanze della casa.
"Siamo pronti, Serena!" Rispose un tipo basso e rotondetto che portava con fatica tra scatole di cartone impilate.
"Hai già un programma?" Chiesi alla mia amica quando riuscii a raggiungerla.
"Non ce n'è bisogno, Jill. Pensi che ci voglia una particolare trama per immaginare ciò che accadrà stasera? Dopotutto si tratta di divertirci e di regalare a Tullio una giornata da ricordare!"
"Ma sei sicura che non scapperà terrorizzato? Cosa ne sappiamo di lui? Magari è un seminarista in attesa di..."
"Un seminarista che tira il collo al suo amichetto almeno due volte al giorno, da quanto si vede dalla finestra. So perfettamente dove nasconde le riviste porno, lo vedo spesso!" mi interruppe Serena.
"Allora sai già come è fatto! Non è una sorpresa!" dissi un po' risentito.
"Da venti metri, come potrei vedere qualcosa? Si capisce cosa fa, ecco. Anche perché sta sdraiato sul letto con i calzoni calati e smanetta furiosamente per un sacco di tempo. Ha una durata eccezionale!"
"Bisogna vedere poi quando si trova davanti ad una vera donna, come si comporta. Per esperienza ti dirò che le mie prime volte con una donna sono state talmente veloci...".
"Lo vedremo tra poco. Tu non preoccuparti. Tutto sarà facilissimo." E poi rivolta ad un pubblico femminile che stava crescendo di numero "venite con me, saliamo al primo piano che vi racconto cosa dobbiamo fare!"
"E noi maschi, come dobbiamo comportarci?" tentai di informarmi.
"Voi saprete benissimo cosa fare, quando sarete al cospetto di qualche decina di ragazze nude!"
"Cherchez la femme!" esclamai mentre un piccolo corteo variopinto di ragazze saliva verso il primo piano.
Sedetti su un grande cuscino al piano terreno. I lavori erano terminati, molti ragazzi, arrivati dal giardino si disponevano intorno alla sala. I vestiti erano sommari, tuniche improvvisate, grandi foulards drappeggiati addosso coprivano a malapena i corpi certamente nudi degli invitati.
Ad un tratto irruppe Paola, che puntò direttamente a me.
"Chi va a prendere Tullio?"
"E cosa ne so? Avete fatto tutto voi!"
Dall'alto della scala, Micky si sporse dalla ringhiera lasciando sgusciare dal suo vestito un grosso seno.
"Viene con Sonia e Edo!"
Si udì un "wow!" di ammirazione proveniente da un gruppo di ragazzi che con il naso all'aria ammirava quel seno prosperoso.
"E non è tutto!" esclamò Micky aprendo velocemente l'abito e lasciando il suo corpo alla vista di tutti.
"Tesoro, se mi aspetti vengo a trovarti!" disse un ragazzo muscoloso ridendo con gli altri.
"Oh, si, sarebbe facile! Ma devi aspettare come gli tutti!" concluse Micky ritraendosi.
Paola mi schioccò un bacio sulla bocca e con la mano si infilò sotto il gonnellino per accertarsi che non avessi dimenticato a casa il suo giocattolo.
"E' arrivato!" Si udì una voce dal giardino. L'eco rimbalzò per la tromba delle scale e Serena dall'alto invitò le ragazze a seguirla.
In pochi istanti, una lunga fila di ragazze scendeva la scala per posizionarsi nell'atrio. Una accanto all'altra, formavano il comitato di benvenuto.
Tullio si affacciò all'ingresso con un'aria stralunata.
"Tanti auguri!" lo accolse Serena. Le ragazze ripeterono gli auguri mentre il giovane rimbalzava dall'una all'altra donna per farsi baciare.
"Non sorprenderti di nulla, questa festa è in tuo onore. Noi siamo qui per te, per farti passare una serata indimenticabile."
"Tutti nudi?" balbettò Tullio rosso in viso.
"Ma no, siamo vestiti! Una festa in costume."
"Si!" si udì una voce dal fondo, "in costume adamitico!" Tutti scoppiarono a ridere.
"Lasciati andare, sarà meraviglioso!" lo rassicurò Paola che si era avvicinata a Tullio.
"Ed ora, accompagniamo il nostro festeggiato al piano superiore. Lo prepariamo, lo profumiamo e lo riportiamo da voi!"
"Eh no, bella! Noi vogliamo vedere!" si lamentò un biondino.
"Non ci stiamo tutti! Tu, Jill, vieni di sopra con noi, per piacere. Almeno un rappresentante dell'altro sesso ci vuole, per fargli compagnia!"
Salii le scale dietro la scia profumata delle ragazze. Tullio, in testa, stringeva la mano a Serena che procedeva lentamente, come per un corteo nuziale.
La stanza da bagno era molto grande. Per fortuna, a mio fratello non mancava lo spazio ed aveva fatto uso di larghi ambienti.
Un pungente profumo di fiori saliva dalla vasca idromassaggio che ronzava nel centro della stanza.
"Vieni, cominciamo a prepararti" lo invitò la mia amica.
"Faccio io..." osò dire il ragazzo.
"Neanche per sogno. Oggi sei il nostro re, l'imperatore..." rispose Serena sfilando la maglia dal corpo di Tullio.
Un torace candido, privo di peli, pochi muscoli e due piccoli capezzoli era ciò che il ragazzo nascondeva con la maglia.
"Ed ora..." fu la volta della cintura dei jeans. Con qualche tentennamento i pantaloni scesero, lasciando in vista un paio di boxer bianchi a righe azzurre.
"Siedi, faremo prima!" disse Serena mentre gli sfilava le scarpe.
Le ragazze si erano fatte tutte intorno, quasi dovessero assistere ad un miracolo di bellezza. Tullio appariva un passerotto spennacchiato e il suo viso, costantemente rosso paonazzo raccontava il suo imbarazzo.
Le dita abili di Serena agganciarono l'elastico dei boxer e lo fecero scivolare lentamente verso i piedi.
Il nido del suo sesso era biondo, riccio, da cui usciva un piccolo pene, bianchissimo, coperto dal prepuzio. In posizione di riposo sembrava il sesso di un bambino.
"Eccolo qui, il nostro giocattolo! Ragazze, venite a salutarlo!" sussurrò la donna, con voce sensuale.
Una dopo l'altra, le ragazze si avvicinarono. La prima diede un'occhiata a Serena come per chiederle se fosse stato il caso di osare. La risposta non potè essere più eloquente. La donna si abbassò e baciò quel piccolo organo per poi rialzarsi e lasciare spazio alle altre.
Io guardavo lo spettacolo di quel povero cristo, con le mani che non sapevano dove andare, le braccia lungo i fianchi e lo sguardo puntato sul suo uccello, baciato da tutte quelle ragazze.
Serena passò dietro Tullio e con una mano iniziò una lenta carezza del sederino bianco e glabro.
Con un dito birichino scese lungo la scanalatura tra le chiappe e Tullio si voltò spaventato.
"Non preoccuparti, pensa a divertirti! Quando ti capiterà la prossima volta di avere tante donne che ti baciano proprio lì?"
Qualcosa accadde, perché il ragazzo diede in un gran sospiro e poco dopo, la ragazza che si avvicinava per baciarlo, si accorse che quella piccola proboscide si stava allungando.
"Ehi, ma allora ti piacciamo!" Gli disse soffermandosi un pochino con le labbra sulla punta.
"Tanto!" fu il veloce commento di Tullio.
Le ragazze continuarono a sfilare ed ora non si limitavano più a baciare l'asta che era diventata grossa e pulsante. Ad ogni nuovo bacio, le iniziative diventavano sempre più audaci. Le mani sfioravano lo scroto, qualcuna ne soppesava il contenuto, altre impugnarono decisamente l'asta e più di una bocca si aprì per assaggiarne il sapore.
Guardai Serena, che aveva un'aria beata. La sua mano non aveva terminato la carezza al sedere di Tullio e riuscivo a vedere un dito che spesso puntava e si fermava un po' troppo nelle vicinanze del buchino del ragazzo.
Il corteo si stava esaurendo. Una delle ultime osò di più e con un rapido gesto, mise a nudo la cappella di Tullio che sgusciò lucida ed arrossata.
"Ora entra nella vasca! Ti laveremo noi!" fu l'invito di Paola che prese per mano il giovane. Entrarono insieme nella vasca. Paola alzò il suo vestito fino all'inguine e mostrò a tutti il suo sesso ben curato. Tullio allungò un braccio per cingere la ragazza ed una mano si posò sul sedere.
"Ci sto anch'io?" disse Ginevra, che si era già sfilata la tunica ed ora era completamente nuda davanti a tutti noi.
"Vieni!" disse Tullio, allungando una mano per prendere quella della donna.
Serena si avvicinò dal bordo della vasca con una grossa boccia di olio da bagno. Una spugna morbidissima emerse dall'acqua e Paola cominciò ad accarezzare il corpo di Tullio dal collo in giù.
L'olio profumato veniva versato direttamente sul corpo e la spugna lo spargeva dappertutto.
"Apri, lascia che ti lavi anche lì!" disse la donna forzando le gambe serrate.
L'erezione del ragazzo era ancora più violenta di prima. Ora il liquido viscoso scendeva lungo il ventre, scivolava tra la peluria bionda e, lambendo il sesso, scendeva sullo scroto. Una mano accompagnò quel percorso e si insinuò tra le gambe, soppesando il sacchetto che conteneva due grosse noci piene.
Le mani di Tullio non esitarono più. Forse timoroso di farmi una scortesia, il ragazzo ignorò il corpo di Paola e si avvicinò a Ginevra. La donna lo sovrastava di una testa, per cui il volto e le labbra di Tullio si trovavano all'altezza delle sue spalle. Il giovane abbracciò Ginevra, avvicinandosi a lei e facendo scivolare il suo ingombrante attrezzo tra le pance che si stringevano.
Il viso appoggiato alla spalla non attese che qualche istante prima di spostarsi sui seni gonfi e morbidi di Ginevra. Carezzò quelle colline con la guancia, annusò profondamente e si beò di quel contatto. Le mani della donna passarono sulla schiena di Tullio, accarezzandola lentamente e poi scesero a stringere i due sodi globi divisi da un solco che era già stato violato da Serena.
Una mano si staccò da quell'abbraccio e si introdusse tra i corpi, alla ricerca della consistenza del sesso. "Aaah" fece Tullio quando Ginevra strinse dolcemente il suo sesso.
"No, amori miei! Non è il momento di fare sesso! E noi, allora, cosa facciamo?"
"Dai, Sere! Lasciamelo toccare! Voi lo farete dopo! E' giovane, nel pieno del vigore!"
"Niet!" disse Serena categorica ed allontanò i due, con un gesto dolce ma risoluto.
Un accappatoio di spugna cinse il ragazzo e mille mani lo accarezzarono per asciugarlo. Ginevra uscì dall'acqua e tutta grondante venne verso di me.
"Jill...scaldami tu, dai!" mi disse stringendomi forte. Il gonnellino inzuppato non mi faceva godere di quel contatto, per cui lo slacciai velocemente riprendendo l'abbraccio con lei.
"Entra, ti prego...ho voglia di un orgasmo!" mi sussurrò all'orecchio.
Approfittando del fatto che l'attenzione era rivolta al ragazzo, agguantai le morbide chiappe di Ginevra e spinsi il mio sesso nel solco tra le sue gambe. Sentivo chiaramente scivolare la mia pelle contro la sua. Riconoscevo il grilletto prominente, separavo le grandi labbra e mi avvicinavo al calore del suo caldo ingresso, poi scivolavo ancora più in fondo, cercando di insinuarmi nella piega che accompagnava al buchino più stretto.
Con un guizzo che mi sorprese, Ginevra mi spinse dentro di sé facendomi sussultare nel sentire il suo calore.
"Pazzo! Mi stai scopando!" mi sussurrò mentre mordeva il lobo del mio orecchio.
"Tesoro...ma hai fatto tutto tu!" le risposi mentre affondavo e poi mi ritraevo in quel mare caldissimo. Ginny insinuò la sua lingua nel mio orecchio simulando una penetrazione e facendomi avvertire brividi lungo tutto il corpo. La stanza si era svuotata, il corteo aveva ripreso la strada dell'atrio, scendendo la scala. Sentivo da lontano i fischi di approvazione dei presenti, certamente non indirizzati al giovane Tullio che procedeva, tutto nudo, gradino dopo gradino verso i cuscini che costellavano il pavimento dell'ingresso. Accanto a lui, Serena con il corpo morbido velato da un abito leggero e trasparente che svelava le sue meravigliose forme. Dietro di loro, probabilmente c'era Paola, con la tunica che inevitabilmente si era bagnata nell'acqua della vasca ed ora rivelava, nel contatto della leggera stoffa con il corpo, i colori dei suoi seni, dei capezzoli dorati, della soffice striscia di pelo biondo che invitava lo sguardo a scorrere alla ricerca di un bocciolo profumato.
"Mi stai facendo impazzire!" ringhiò Ginevra affondando le unghie nella mia schiena. Il ritmo dei miei colpi incalzanti e il suono dei nostri liquidi che si mischiavano erano appena sovrastati dai sospiri di Ginny.
"Fammi male, Jill. Voglio godere di più!" gorgogliò la ragazza scatenata. Eravamo addossati ad una parete, Ginevra aveva le spalle al muro e le gambe appena piegate per favorirmi nella penetrazione. Presi i suoi fianchi ed iniziai a stringere la pelle, alzando le mani lungo il corpo. Più stringevo e più sentivo le unghie di Ginny affondare nella schiena, accompagnati da mugolii sempre più rochi.
Dopo un lamento più lungo e modulato, la ragazza esplose in un orgasmo furioso, che le aveva fatto tendere tutti i muscoli del corpo, intrappolandomi dentro di lei.
Cercai la sua bocca ed incollai le mie labbra alle sue.
"Jill!" la voce di Micky che saliva le scale mi fece improvvisamente passare l'orgasmo che stava nascendo. "Ma cosa state facendo, voi due? Noi non abbiamo ancora cominciato e tu stai spompando il nostro Jill? Egoista!" esplose la ragazza ridendo.
"Dai, scendo con voi!" dissi staccandomi da Ginevra con un altro bacio.
Non mi preoccupai di prendere il gonnellino. Tanto era solo una inutile finzione. Nel giro di qualche minuto, tutti sarebbero stati con gli attributi al vento.
Dall'alto della scala vidi che Tullio si trovava in centro alla sala, disteso su un enorme cuscino. Ai suoi lati, due ragazze che non avevo mai visto lo accarezzavano passando le mani su tutto il corpo. Evitavano accuratamente di toccare il sesso del ragazzo, e da lontano quel piccolo totem sembrava annusare l'aria.
C'era un'atmosfera stranissima. Non avevo mai partecipato ad un'orgia di queste dimensioni e l'odore dei tanti sessi, liberi da fastidiosi indumenti, iniziava a profumare l'aria. Si sentiva un profumo di desiderio. Tullio era un pretesto, il vero gioco era il resto.
La musica era sostenuta, si alternavano brani latino-americani con lenti melodiosi. Le ragazze che si trovavano accanto a Tullio si alzarono lentamente e prima di lasciare il cuscino, si sfilarono gli abiti, abbandonandoli ai piedi del ragazzo. Le vidi entrare nel gruppo degli amici e subito mi accorsi che tante mani avevano iniziato a carezzarle. Ognuna riceveva un'attenzione particolare. Dopo di loro, salirono sul cuscino altre due donne. Queste erano molto vistose, grossi seni, fianchi larghi, carnagione ambrata. Si stesero accanto al giovane e cominciarono a baciare il suo corpo, una per parte. Le bocche si dettero il primo appuntamento sul petto, dove piccoli capezzoli erano diventati due conchiglie rigide e sensibili. I corpi delle donne si intravvedevano sotto tuniche scure. C'era poco spazio per la fantasia: lunghi spacchi percorrevano gli abiti lasciando libere grandi porzioni di pelle.
Le donne scesero ancora e si incontrarono all'ombelico. Le due lingue si toccarono e insieme penetrarono quel piccolo antro. Guizzarono ancora un poco, battagliando tra di loro e poi ripresero il cammino verso il pube.
Quelle manovre lente e sapienti avevano catturato l'attenzione della sala. Già le coppie si erano formate, molti giovani si univano ad altri in abbracci vogliosi e carezze eccitanti. Tutti guardavano quel largo altare dove, adagiato sui cuscini e accarezzato dalle due ragazze prosperose, Tullio sorrideva e godeva. Mi avvicinai al centro della sala e Tullio cercò il mio sguardo, come per chiedermi aiuto. Lo rassicurai con un gesto della mano e avvicinatomi ancora un po' gli suggerii di lasciarsi andare, che la festa sarebbe durata a lungo.
"Ma sto per scoppiare, Jill! Come faccio, davanti a tutti?" sussurrò il ragazzo che non resisteva più al tocco sapiente di quelle mani esperte.
"Lasciati andare, sappiamo che hai risorse da vendere, Tullio! Divertiti, godi più che puoi!" gli risposi allontanandomi e seguendo una ragazza sconosciuta che mi aveva preso la mano.
La mia attenzione fu attirata dalla brunetta che mi stava trascinando con determinazione in un angolo del salone, scansando la folla per avermi tutto per sé. Io la lasciavo fare, mentre la guardavo camminare davanti a me. Era una ragazza di una ventina d'anni, con capelli neri un po' arruffati che le contornavano le spalle. Vestiva una tunica azzurra, lunga fino ai piedi che calzavano dei sandali tempestati di strass. Da uno spacco laterale della sua veste, si vedeva il corpo nudo, bianco e scattante, che presto mi avrebbe accolto.
"Come ti chiami?" Gridai per farmi sentire.
"Giulia"! Rispose senza voltarsi.
"E perché mi stai trascinando via?" continuai con curiosità.
"Ti voglio!" disse, questa volta piantandomi i due occhi grandi e nerissimi nei miei.
"Ma cosa ne sai, di me? Non ti ho mai vista!"
"Tu non mi hai notato, ma io ti sto aspettando da tanto tempo! Sono amica di Miky, di Paola... sono sempre al bar." Rispose, sfoderando un sorriso dolcissimo.
Eravamo ormai accomodati lungo una parete del salone, nell'unico posto che era riuscita a riservare. Accanto a noi, due coppie si stavano dando da fare, ma erano ancora ai preliminari.
Guardai Giulia mentre si sedeva davanti a me, con le gambe accavallate. La veste raccolta in grembo mi impediva di vedere il suo corpo. Gli occhi grandi di Giulia erano pieni di desiderio, il naso sottile e proporzionato, le labbra morbide e rosa erano un invito per me. Mi avvicinai alla sua bocca, ma lei si ritrasse. La guardai con aria interrogativa e lei scoppiò a ridere.
"Sono una ragazza perbene, io! Non bacio un ragazzo al primo incontro!" Mi disse.
"Ah capisco. Hai ragione, Guai a baciarsi prima di scopare! Non è da brave ragazze!"
"Guarda il ragazzino come si sta impegnando!" Cercò di distrarmi, indicandomi Tullio in mezzo alla sala.
"Secondo te, regge ancora per qualche secondo o sparerà schizzi dappertutto?" Le chiesi stupito per tanta resistenza.
"Ah, questo non lo so. Se è il tipo di cui mi parlava Micky, questo si masturba diverse volte al giorno, quindi avrà una bella resistenza!"
"Facciamo un gioco: se schizza entro tre minuti, vinco io. Se resiste di più, vinci tu."
"E cosa vinco?" Chiese Giulia.
"Vinci me, dal primo bacio a tutta la serata."
"E se vinci tu?"
"Se vinco io, sei in mio potere. Potrò chiederti qualunque cosa, e tu la farai."
"Anche di fare sesso con qualcun altro?" mi chiese ancora.
"Soprattutto con qualcun altro!" Risposi convinto.
"Parte il cronometro!" Dissi ancora, schiacciando il pulsante del mio orologio.
In quel momento, sembrava che tutti i presenti avessero gli occhi puntati su Tullio. Le due ragazze si baciavano su di lui ed erano ormai scese sul ventre ed avevano intrappolato il grosso cazzo tra le loro labbra.
"Vai Tullio! Gridò qualcuno dal gruppo."
"Quanto manca?" Chiese Giulia guardando il mio orologio.
"Meno di un minuto! Stai per vincere!"
In un attimo, Tullio alzò il bacino e le ragazze si spostarono per constatare ciò che stava per accadere. Con un "uuuuu" liberatorio, il ragazzo sparò il primo schizzo bianchissimo sui capelli di una ragazza, al quale seguì un secondo, un terzo...
"Quattro! Cinque! Sei!..." gridavano dal gruppo, contando i suoi schizzi.
"Ho vinto?" Chiese Giulia guardando il mio orologio.
"No, tesoro. Mi dispiace. Hai perso per quindici secondi! Ed ora sei tutta mia!"
Giulia abbassò lo sguardo, fingendo delusione. Poi allungò una mano per prendere il mio serpente che era ancora addormentato.
"Ti voglio!" Disse ancora la brunetta.
"Sei troppo vestita, rischi di rovinare il tuo bel vestito!" Dissi ridendo.
In un solo movimento, Giulia sfilò l'abito dalla testa restando completamente nuda, sempre con le gambe incrociate.
Aveva due seni belli ed appuntiti, sodi con aureole rosa scuro. Il ventre piatto era corredato da un bell'ombelico leggermente sporgente. I fianchi proporzionati, e le gambe magre facevano da contorno ad un bellissimo cespuglio molto curato.
"Ti piaccio?" mi domandò la ragazza passandosi le mani sui seni.
"Sei molto carina, ma sai che non mi accontento facilmente... voglio vederti tutta!"
Giulia si alzò in piedi, si voltò lentamente mentre non distoglieva il suo sguardo birichino dai miei occhi. Il suo sederino era bellissimo le chiappe leggermente aperte, mostravano un solco ben delineato che custodiva un segreto ancora da svelare.
Lentamente, mantenendo il contatto visivo e sorridendo, Giulia si piegò in avanti, divaricando le gambe per lasciarmi ammirare il suo tesoro nascosto.
Il mio uccello si svegliò prepotentemente e cominciò a svettare nell'aria mentre la ragazza si accarezzava l'interno delle chiappe ed un dito andava a solleticare il buchino scuro.
"Mi vuoi anche tu?" Sospirò voltandosi ed accomodandosi sulle mie gambe accavallate, facendo scivolare il suo corpo sul mio fino a raggiungere con il culetto sodo il mio prepotente amichetto.
La sua bocca si avvicinò alla mia e sentii le sue labbra fresche appoggiarsi prima sul collo, poi sulla guancia e infine scivolare sulle mie labbra che le attendevano impazienti.
"Dammi la punizione, Jill. Vuoi prendermi adesso?" Mi chiese Giulia che sentivo scaldarsi sempre di più.
"Troppo facile, bimba. Avrai il mio pisello solo dopo che avrai fatto rialzare l'uccellino di Tullio."
"Ma dai! Non vedi che è occupato? E poi è appena venuto... è un'impresa impossibile!" protestò la ragazza.
"Vedrai che è più facile di quel che pensi. E poi sarai tutta mia, se mi vorrai ancora!"
Alzai un braccio in direzione di Serena che mi stava guardando. Le feci cenno di avvicinarsi e lei, fendendo la folla, ci raggiunse.
"Ehi, bell'uomo, hai bisogno di una vera donna?" Mi sussurrò sorridendo.
"Sono io, una vera donna! E' mio!" Protestò Giulia che non si muoveva dalla posizione in cui il mio uccello le solleticava la passera senza entrare. Giulia si muoveva avanti e indietro provocandosi il piacere con la testa del mio birillo, e dall'espressione del suo viso, si comprendeva che quel gioco la faceva godere moltissimo.
"Serena, fammi un piacere. La signorina qui presente ha perso una scommessa, e deve pagare pegno. Ho deciso di farla salire sul palco e stuzzicare Tullio, fino a farlo eccitare di nuovo. Avvisa Tullio che ho un regalo personale per lui" dissi immaginando la sorpresa negli occhi di Giulia.
"Ma Jill..." protestò la brunetta che non voleva lasciare la sua postazione "Sto bene qui..."
"Mi riprenderai dopo aver eccitato Tullio! Ti piace il ragazzo? Non ti sembra una cosa divertente?"
"Si, è carino...ma tu sei un'altra cosa!"
"Ti prometto che sto qui ad aspettarti."
La ragazza si alzò e tutta nuda si avvicinò al centro della sala, dove Serena aveva appena parlato a Tullio che guardò nella nostra direzione. Con un gesto della mano fece cenno a Giulia di raggiungerlo.
In quel momento, le due ragazze che erano state vicine a lui si allontanarono e la brunetta salì sul palco, guardandosi intorno. Poi puntò al mio sguardo ed io la incitai a proseguire. La sala era in fermento. Tutti i ragazzi e le ragazze si baciavano, si toccavano, molti già erano distesi e facevano l'amore. Ma quando Giulia salì sul palco, tutti si voltarono verso di lei. Aveva una grazia ed un fascino incredibili, si muoveva come una gazzella. Si avvicinò ai cuscini sui quali Tullio era disteso e lo salutò con una carezza. Il giovane le sorrise e si presentò.
Nell'aria, l'odore del sesso era pungente. Mi alzai in piedi per guardare in giro. I miei amici erano tutti intorno all'altare, Paola stava baciando un ragazzo pieno di riccioli biondi che le accarezzava i fianchi. Micky era in fondo alla sala, a quattro zampe, mentre un muscoloso ragazzo dall'aria straniera la possedeva con forza. Accanto a loro, tre giovanotti palestrati aspettavano il loro turno. Micky non voleva perdersi questa occasione per avere tutta la soddisfazione che voleva.
Tullio intanto aveva preso l'iniziativa ed aveva cominciato a baciare Giulia, che sorprendentemente sembrava gradire molto, dato che le sue mani scorrevano lungo il corpo del giovanotto, accarezzandolo dappertutto. Lo faceva per me? O forse lo faceva per il suo piacere?
In mezzo alla sala, Ginevra era oscenamente aperta, mentre una ragazza le versava addosso dello champagne da una enorme bottiglia verde. Quattro o cinque ragazzi e una biondina succhiavano il vino dal suo corpo, lambendo con le lingue vogliose, le ascelle, i seni, il collo, poi il ventre, le gambe e la schiena. Ginny era estasiata, godeva come una matta e con una mano si masturbava dolcemente.
In mezzo alle gambe di Tullio, qualcuno si stava svegliando. La mano di Giulia era esperta e sapeva come dargli piacere, mentre la sua bocca succhiava la lingua di Tullio.
La ragazza cercava il mio consenso, cercava continuamente il mio sguardo e tutto ciò che faceva, era un inno al suo ed al mio piacere. Si alzò lentamente, poi aperte le gambe si mise a cavalcioni sul corpo di Tullio, scendendo piano piano con la figa bollente fin sul suo viso.
Un gridolino di piacere le sfuggì mentre il ragazzo spingeva la lingua tra le grandi labbra, raggiungendo il clitoride. Per migliorare la posizione, Giulia si distese su Tullio, lasciando che la lingua continuasse il suo lavoro mentre lei, raggiunto il cazzo del giovane, iniziò una lenta carezza con le labbra e con la lingua. Giulia alzò lo sguardo verso di me e sembrava chiedermi "Sono brava?" Le risposi con un cenno delle mani. Era meravigliosa.
Quando l'uccello di Tullio raggiunse una proporzione ben evidente (ed io ero eccitato quasi quanto lui, mostrando a Giulia la mia erezione) lui si alzò e chiese alla ragazza di distendersi sui cuscini.
La baciò intensamente, le carezzò il viso e i capelli, poi si stese sopra di lei che istintivamente aperse le gambe.
Tutti i ragazzi ora tacevano, guardando quella scena ad alta carica erotica.
Quelle coppie che già stavano scopando, si interruppero per guardare, poi eccitati dai movimenti dei due ragazzi, ripresero con maggior vigore. Ora l'odore del sesso era diventato esagerato, tutta la sala odorava ormai di un enorme amplesso.
Tullio si fece strada tra le gambe di Giulia ed avvicinò il suo bastone infuocato al nido caldo della ragazza che già palpitava all'idea di riceverlo. Il ragazzo entrò in lei lentamente, facendo scomparire piano piano la sua verga nella carne rosa e morbida della brunetta, che perr meglio accettarlo alzava il bacino. Un oooh si udì tra i ragazzi e qualcuno sussurrò "Dai Tullio, falla godere!"
Ero ancora solo, con il cazzo dritto e in tiro, mentre i due continuavano il loro amplesso che diventava via via sempre più bollente. Le mani, le bocche, le gambe si muovevano all'unisono e il ritmo che Tullio aveva imposto al rapporto era veloce quanto pressante. Molte coppie avevano ripreso a fare l'amore e quasi tutti gli altri avevano le mani, le bocche e i sessi impegnati in giochi erotici. Mi sedetti nuovamente in quell'angolo mentre una bocca sconosciuta si avvicinò al mio uccello in fiamme per calmarlo con le labbra umide. Il ritmo del pompino era uguale al ritmo della scopata dei due ragazzi e mi accorgevo che anche tutti gli altri, nella sala, scopavano allo stesso ritmo. Era la musica, incalzante e ad alto volume ad imporre quella frenesia e tutti godevano come matti.
Tullio non smetteva di pompare Giulia che aveva ormai gli occhi chiusi. Si indovinavano i suoi rumori le sue grida di piacere. Erano passati diversi minuti da quando il ragazzo era entrato in lei, e tra gli spettatori c'era chi aveva già lanciato il seme, chi continuava senza smettere, chi si teneva forte l'uccello in mano per non schizzare. Ad un tratto, una ragazza molto prosperosa con i capelli rossi si alzò in mezzo a tutta la folla e si avvicinò all'altare del piacere.
"Tullio.. voglio vedere se mi resisti!" gli gridò mentre saliva.
Giulia spalancò gli occhi e si sciolse dall'abbraccio del ragazzo per capire chi fosse l'intrusa.
Non ebbe nemmeno il tempo di spostarsi che quella, una valchiria piena di efelidi su tutto il corpo, si accomodò sul ragazzo, impalandosi senza tanti complimenti e cominciando a ballare al ritmo della musica.
Giulia scese dal palco e mi raggiunse. Spostò senza tanti complimenti la ragazza che aveva preso il mio bastone in bocca e mi abbracciò
"E' molto bravo!" Mi disse mentre si allungava su di me.
"Sei stata molto brava anche tu! Si vede che ti piace!"
"Si è molto carino! Ma ora... hai promesso... voglio te!"
"Vieni, piccina. Io mantengo sempre le mie promesse." Mi stesi sulla ragazza e sentii il suo corpo caldo che mi desiderava. Giulia odorava di sesso, ma non mi dispiaceva. Avrei aggiunto anche il mio odore a quello di Tullio. La penetrai lentamente, perché il mio bastone era diventato di proporzioni esagerate. Non sapevo quanto avrei potuto resistere, ma quel calore e la bocca di Giulia erano quanto di più desiderabile ci fosse al mondo.
"Tutto qui?" Scherzò sottovoce la ragazza mordendomi un orecchio.
"Non ti basta?"Mi lamentai.
"Ma il grande Jill potrebbe fare di meglio!" Mi provocò ancora la brunetta."Hai ragione, tesoro."
Le risposi sfilandomi da lei e guardando la sua espressione dubbiosa.
Cinsi i suoi fianchi come per abbracciarla, ma a sorpresa la voltai a pancia in giu.
"Cosa fai? Sei matto?" Brontolò la ragazza che era troppo eccitata per fermarmi.
"Ti regalo il piacere più intenso che tu possa provare!" Le risposi mentre la accarezzavo nel solco del suo bellissimo culo bianco.
"Vacci piano, dongiovanni, che quello l'ho dato poche volte!" Mi ammonì la ragazza che si stava aprendo alle mie dita.
Presi da un vassoio posato poco lontano una tartina al salmone.
"Cosa fai, mangi, adesso?" Chiese Giulia dubbiosa.
Con il dito tolsi il salmone e grattai il burro che guarniva la tartina. Poi cosparsi il buchino di Giulia con l'unto e subito dopo feci il mio ingresso nella sua porta posteriore.
"Oooo Jill sei grosso!!!" sospirò la ragazza mentre entravo progressivamente dentro di lei.
"Questo è Jill, tesoro. Sentimi tutto dentro di te e non ti scorderai di me." Le ansimai nell'orecchio mentre la possedevo con energia.
Giulia era in estasi, godeva con tutto il corpo e lanciava grida di piacere.
Tullio, nel frattempo, aveva congedato la ragazza dai capelli rossi ed era sceso dal palco. Con un vistoso uccello ancora grondante di umori, si aggirava tra i ragazzi che si divertivano nei giochi più erotici. Si avvicinò a noi, e chiamò Giulia.
"Ti voglio, mi manchi, sento il bisogno di te!" Le gridò sorridendo e incurante del fatto che la stessi inculando.
Giulia si voltò verso di me, mi guardò fisso negli occhi.
"Vai, tesoro, è lui il tuo uomo!" le dissi mentre mi sfilavo dal suo caldo nascondiglio.
"Vuoi schizzare dentro di me?" Mi chiese la ragazza prima di spostarsi.
"No, oggi è il suo compleanno, e credo di capire che sarà anche un giorno importante per voi due...divertitevi!" . Tullio si accomodò accanto a noi e prese a baciare Giulia che ricambiava con entusiasmo. Mi alzai per lasciarli soli e per andare in bagno a darmi una rinfrescata. Dopotutto, una scopata così meritava una sborrata coi fiocchi!
Mentre entravo nel bagno del piano terreno, Lasciai passare due ragazzi che si erano fermati a baciarsi. Due maschietti giovani giovani che avevano gli occhi da innamorati.
"Ah, sei tu!" Mi raggiunse una voce dall'ingresso. Era Ginevra, con il corpo ancora tutto cosparso di champagne e di sospette macchie biancastre.
"Ti sei fatta sbattere per benino, eh?" Le dissi ridendo.
"Dici? Si sono fatti delle grandi seghe sul mio corpo, ma non ho scopato con nessuno. Sono in un momento di astinenza..." Mi rispose seria la donna.
"Pensi che ci creda? Vuoi sfidarmi?" Le risposi con tono di scherno.
"Non potresti mai, sei stato fino ad ora a scopare con quella ragazzina, ti avrà svuotato!" Disse Ginevra con indifferenza.
"Prova questo, allora!" Le intimai, mentre con una mano la piegavo a novanta gradi sul lavandino.
Schiacciai il dosatore del sapone e prelevai una piccola quantità di crema che misi sulla punta del mio uccello.
"Ma cosa fai? Sono ubriaca, ma non così tanto da non capire che mi stai..."
Entrai con prepotenza nel suo enorme culo rosa.
"....inculandoooo" gridò la donna, che godeva già come una matta.
La stantuffai per qualche minuto, avevo proprio bisogno di venire e lo feci con un urlo selvaggio mentre il mio uccello sparava il suo getto di sperma caldo nelle viscere di Ginevra.
Con una mano massaggiavo i grossi seni di Ginny che si lasciò andare ad un orgasmo rumoroso.
Quando uscii da lei, il mio uccello era ancora in tiro, ma io finalmente mi sentivo svuotato.
"Jill, quando ci sei tu, tutto il resto non conta!" Mi sussurrò Ginevra mentre entrava nella doccia ed apriva il getto idromassaggio.
Tornato in sala, cercai con lo sguardo Giulia e Tullio ma non li trovai.
"Dove sono i ragazzi?" Chiesi a Serena che non aveva ancora smesso di girare tra i ragazzi che si accoppiavano nelle pose più incredibili.
"Sono usciti, Giulia ha recuperato il suo vestito, mentre Tullio ha acchiappato al volo un paio di boxer. Penso che tra poco potremo dichiarare che la festa è finita, il protagonista se n'è andato!"
"Non sarà facile convincere tutti questi ragazzi a lasciare la casa, ma credo che sia ora di ritirarsi." Proposi con fermezza.
Salii al primo piano, dove sui materassi, in giro per i corridoi, nelle camere e nei bagno c'erano coppie che facevano l'amore. Chi aveva spettatori, chi partecipava come terzo.
Raggiunsi il mio gonnellino e salutai tutti, informando che in mezz'ora la festa sarebbe finita.
Poi tornai al piano terreno, recuperai Paola che stava dormendo tra le braccia di una ragazza bruna, nuda come lei, e insieme prendemmo la strada di casa. La festa di iniziazione - e che festa! - era finita. Ora Tullio era dei nostri, e soprattutto avevamo una nuova amica!
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